Immersi nella caratteristica macchia mediterranea, affiorano i resti di antichi ruderi, come la rocca del castello di Monte Acuto, detta familiarmente dai treiesi la Roccaccia, che ancora oggi segna il confine tra il territorio di Treia e quello di Cingoli. Molte leggende aleggiano sul castello, come quella della tessitrice che tesse nei sotterranei con un telaio d’oro, quella della gallina dalle uova d’oro e quella del serpente posto a guardia del tesoro lasciato nel castello dal demonio.
Sono leggende alimentate dalla personalità del signore del castello, Grimaldo di Aureliano, vero e proprio signore della guerra che mise a ferro e fuoco la città con la sua banda, come testimonia un documento del 1191 conservato presso l’Accademia Georgica.